25
Dic
08

Auguri a tutti

Auguri a tutti di buon Natale.

E così oggi sarebbe nato il nostro bambin Gesù (ovviamente è una data indicativa, non è nato veramente oggi).
So che molti han perso la fede, ma io l’ ho e quindi auguro a tutti un buon Natale, cogliete questa occasione come un momento di riflessione.

Io son Cattolico Cristiano e anche se la chiesa ha fatto del male, io continuo a confidare in lei. La chiesa come oegni altra autorità ha i suoi membri buoni e quelli malamente, non generalizzate troppo, vi raccomando ;).

Che dire, a breve passerà un altro anno, felicemente ho scartato i miei regali e ieri ho finito la giornata con una bella partita a Risiko!

Se solo il Natale potesse portar via veramente tutti i mali e i pensieri. A come son belli i bambini che nella loro ingenuità riescono a vivere veramente queste festività; io invece mi tormento ancora con pensieri forse inutili, sofisticati e pochi apprezzati dalla società, dalle democrazia.

Peccato che sia un po’ troppo consumistica come festa 😛 forse per questo mi piace tanto!

Mi scuso, sempre con i miei 3 lettori, se non sto scrivendo, però ho scritto a quelli della wordpress, ancora non rispondono, se la risposta che riceverò sarà “triste” dovrò interrompere la scrittura 😦

Natale non sarà Natale senza regali. (Louisa May Alcott)
Mamma a Natale faceva il tacchino. Un’imitazione di merda. (Mario Zucca)
Quando il Dio-Bambino, che nelle sue Manine teneva il Mondo intero, le protese compassionevole alla Madre, terra e cielo si fermarono in somma venerazione. Quando colui che era venuto a scaldare con il suo amore tutte le creature assiderate dal freddo della morte si scaldava al fiato del bue e dell’asino legati nella stalla, anche gli alberi vegliavano. (Pavel Aleksandrovič Florenskij)

SEDNA

21
Dic
08

Introduzione (capitoli 1-10)

PER I NUOVI LETTORI (e non solo):

In un modo o nel’ altro vi può essere arrivato questo blog, così trovo giusto dirvi di cosa tratta.
Questo blog non racconta le mie esperienze personali, ma un racconto intitolato appunto (Sulle correnti del’ Acheronte).
E’ la storia di un uomo che si ritrova vicino l’ Acheronte ( http://it.wikipedia.org/wiki/Acheronte ) e qui si troverà a parlare con genti provenienti da ogni dove, da ogni epoca. Questo perché Caronte, il traghettatore ( http://it.wikipedia.org/wiki/Caronte_(mitologia) ); ha dei problemi a smaltire la folla sempre più numerosa che si accumula nel’ anti-inferno aspettando d’ essere portata dall’ altra parte del fiume.
Avrà la possibilità di parlare con giovani vittime del mondo moderno, con filosofi greci, missionari, gente di ogni dove e ogni epoca.
Lui morendo imparerà la vita.
{Al termine di ogni articolo sono riportate delle citazioni di persone più o meno importanti. Questo racconto è in prima persona e usa i tempi presenti, quindi come se noi stessimo vedendo il tutto dagli occhi del personaggio principale. I dialoghi sono introdotti con dei segni grafici tipo: ” ” – – ° ° << >> ecc… Variabili per ogni personaggio. Alla fine di ogni articolo è riportata anche un’ immagine che di solito riprende gli argomenti trattati nel testo e nelle citazioni. Sono presenti alcuni errori di battitura, non me ne vogliate male per questi particolari, può capitare, ovviamente cercherò di evitarli!}

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RIASSUNTI:
Anche se io ogni 10 capitoli [ho deciso di chiamarli capitoli anche se sono poco più di una pagina di word ognuno] metterò un articolo simile (dove si ricorda la trama e si presentano i riassunti per i nuovi lettori), invito tutti a leggere la storia per intera. Ho la media di un capitolo ogni 3-4 giorni, quindi anche a volerne leggere uno ogni giorno oppure ogni due giorni, riuscirete a stare a passo con la storia (recupererete in poco tempo).

Ecco i riassunti dei vari articoli pubblicati:

Introduzione
Si suggerisce di leggerla, è una semplice introduzione al blog.

Capitolo 1
Questo come il capitolo 2 sono essenziali. Il personaggio principale sta in ritardo e cerca un negozio per compare qualche gioco al figlio. Bloccato nel traffico nota un negozio di giocattoli, così lascia l’ auto lì (i treni stanno sempre in ritardo, quindi la voglia di aspettare) e va a comprare i regali. Uscito dal negozio deve attraversare la corsia precedente a quella dove è parcheggiata l’ auto, però le macchine sfrecciano. Decide di buttarsi sfidando la sorte.

Capitolo 2
Per miracolo non viene ucciso, arriva al’ auto e il traffico comincia a smaltirsi, in poco tempo. Preso da chissà quale furia accelera, le strade sono vuote e un’ alfa romeo non è fatta per stare sempre a 40 km/h. Abbassa i finestrini e qualcosa compisce i suoi occhi, bagnati e mezzi chiusi, nota che si stava avvicinando ad un’ altra zona trafficata, cerca di decelerare ma colpisce qualcosa. Non si ferma ed arriva a casa, qui sulla porta trova scritto: Relinquite omnem spem, vos incessuros esse. Apre la porta e ne esce fumo.

Capitolo 3
Entrando si ritrova dentro ad una specie di caverna piena di fuochi e fiamme che non bruciano. Chiama il nome della moglie ma niente, crede di stare al’ inferno, poi si convince che è solo un brutto incubo. Pensa di essere impazzito, la porta è scomparsa e non può più uscire, le mura si restringono e lo spingono sempre più  lontano da dove era entrato. Allora continua a camminare e affacciandosi da un dirupo vede qualcosa di sbalorditivo.

Capitolo 4
Questo capitolo e quello successivo sono capitoli a se, la storia narrata da questi si conclude a metà del sesto.
Vede una folla di gente e decide di avvicinarsi, continua a riflettere su dove si potrebbe trovare (sarebbe opportuno leggere). Poi incontra un giovane soldato nero, un bambino soldato, così pensa di stare sognando la terza guerra mondiale. Decide di parlarci, e scopre che lui si è trovato in quel luogo dopo uno scontro, entrando in una cantina per nascondersi.

Capitolo 5
Il personaggio principale comincia a riflettere sul fatto che entrambi sono entrati in quel luogo aprendo una porta. Assieme al ragazzino parla della brutalità della guerra e del’ ingiustizia del razzismo. Poi il giovane chiama un suo amico, un’ altra persona che conosce, un certo Roberto, tra la folla di gente si fece largo un uomo alto dalla carnagione chiara, e i lineamenti meridionali, vestiva uno smoking…

Capitolo 6
Il primo impatto tra i due non è dei migliori, ma poi questo Roberto gli rivela che si è trovato qui dopo aver fatto a botte con dei naziskin e al suo risveglio è entrato in una porta. A questo punto non si tratta più di coincidenze. Saluta i due appena conosciuti, Filippo e Roberto e va a parlare con altra gente (Qui si chiude la breve parentesi su questi due personaggi e sul razzismo).
(La storia che sta per cominciare è abbastanza importante, suggerisco di leggerla per intero.) Incontra una bambina con il vestito sporco di sangue. Lei inizialmente ha paura, poi comincia a parlare, subito si nota che ha sofferto. Vedendole le lacrime l’ uomo chiede di raccontargli la sua storia, lei inizialmente rifiuta, ma poi acconsente. E con voce addolorata e spezzata dal pianto comincia il suo racconto.

Capitolo 7
Si scopre che i suoi genitori (Marco e Maria) le fecero credere che ciò che ricordava era solo un brutto incubo, invece:
Da piccola era nata in una famiglia povera, madre, padre e figlia, il padre imponeva il suo “dominio” sulle donne che dovevano andare ad elemosinare, poi lui prendeva i soldi e spendeva a suo piacimento, la madre restava anche la notte ad “elemosinare”.
Il padre costrinse anche la figlia (poco più che bambina) ad “elemosinare” anche la notte. Durante la prima sera, quando salì per la prima volta in un auto un poliziotto arrestò il “cliente”, era Marco. Prendono in affidamento la bambina che non poteva più stare con la famiglia (per ovvi motivi).
Le fecero credere che il passato era stato solo un brutto incubo, ma preso avrebbe scoperto la realtà.

Capitolo 8
Un giorno il vero padre entrò dalla finestra e la “violento” (non viene detto esplicitamente) poi la pugnalò al cuore, infatti ancora la bambina ne porta i seni, lei corsa a nascondersi nel’ armadio mentre il padre scappava da dove era entrato. Poi si ritrovò qui.
L’ uomo decise di raccontarle una storia per alleviare il pianto con il sonno.

Capitolo 9
Mentre la bambina dorme lui riflette sul male che fanno gli uomini (questo è un capitolo a se, leggerlo non sarebbe male). Ad un certo punto viene un uomo che si fa chiamare Agostino.
Suggerisco di leggere questo capitolo perché, a par mio, è interessante.
Alla fine Agostino se ne va dicendogli di abbracciare la piccola al suo risveglio.

Capitolo 10
Così fa l’ uomo e abbraccia la bambina Silvia al suo risveglio. Lei li racconta che ha sognato il suo sogno, Marco uccideva il suo vero padre e la bambina ha paura che ora lui venga a vendicarsi nel’ INFERNO. Così la bambina afferma di stare al’ Inferno, ma il personaggio principale non lo accetta, non è possibile che una bambina senza peccato stia al’ inferno. Chiede spiegazioni e lei dice d’ averlo sentito dire ad un uomo con una tunica bianca, “indossava un lenzuolo”.
Subito dopo averle promesso che lui l’ avrebbe protetta e non l’ avrebbe mai lasciata, l’ uomo le chiede se conosce altri perché lui vuole andare ad approfondire questa faccenda, la bambina indica una donna così lui decide di parlarci…

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Non suggerisco a nessuno di limitarsi ai riassunti. Le riflessioni sono numerose nel testo e magari qualcuno leggendolo, e prolungando lui da solo, come singolo il discorso che io ho appena accennato, potrebbe allargare i propri confini. So che non è molto e chiedo ai miei quattro lettori di continuare a leggere e possibilmente di diffondere questo blog. Chissà, magari lo commenterete pure e mi farete un favore.

La lettura dei buoni libri è una sorta di conversazione con gli spiriti migliori dei secoli passati. (Cartesio)
La lettura rende un uomo completo, la conversazione lo rende agile di spirito e la scrittura lo rende esatto. (Francesco Bacone)
La lettura è per la mente quel che l’esercizio è per il corpo. (Joseph Addison)
Quanti uomini hanno datato l’inizio di una nuova era della loro vita dalla lettura di un libro. (Henry David Thoreau)
Non leggo molto, tempo sprecato, peccato che perda più tempo a pensare che forse sbaglio. (SEDNA)


SEDNA

20
Dic
08

Storia: Capitolo 10

Introduzione Capitolo 1 Capitolo 2 Capitolo 3 Capitolo 4 Capitolo 5 Capitolo 6 Capitolo 7 Capitolo 8 Capitolo 9 (leggere i capitoli precedenti prima di questo, questo è il capitolo 10 )
[…] “Resterò qui a pensare fissando questo cielo di fuoco fino a quando lei non si sveglierà…

Eccola che si sveglia allungo le braccia verso di lei, la stringo a me e la bacio vicino l’ orecchio.
“Come stai piccolina?” Le dico allontanandola un po’ dal mio volto, i suoi occhi sono lucidi, la sua bocca una triste falce, due lagrime solcano il volto, no, di nuovo no.
“No, piccola, non piangere, non c’è alcun motivo per piangere!” Le dico mentre con il pollice della mano destra le pulisco una lacrima e con l’ indice l’ altra.
“Perché piangi?” Mi fissa con quegli occhini che chiedono di proteggerla e di comprenderla, qualcosa di strano, qualcosa di unico e meraviglioso… Se non mi scendono le lacrime è perché mi devo mostrare forte e farla sentire sicura finché io la proteggerò!
°E’, e’ papà, papà l’ ha, l’ ha sparato.°
“Scusa, puoi ripetere? Con questi papà non capisco.”
°Marco ha ucciso il mio vero papà.°
“E scusa, perché piangi allora?”
°Ora viene da me…°
“Quello è solo un sogno, non verrà da te, anzi, è andato via per sempre.”
°E’ andato, è andato all’ inferno?° Strano sentirlo pronunciare da una bambina!
“Si, è andato e non tornerà…”
°Quindi sta venendo.°
“Perché dici così? Non tornerà, è morto, non tornerà.”
°Ma noi stiamo al’ inferno.°

Cosa? Stiamo all’ inferno? No, io non sono morto! E’ vero, è sempra stato un mio sospetto che fossimo giunti nella selva d’ anime maledette. Lei penso sia morta realmente, a quella ferita non si poteva resistere, poi non c’è cucitura di qualche operazione per ‘sostituire’ il cuore. Allora io perché son giunto qui? Ma soprattutto, perché una bambina che mai ha peccato dovrebbe trovarsi qui? In quale cerchio ci troviamo? Chissà se l’ inferno è veramente suddiviso in diversi piani. Aspetta, dobbiamo prima attraversare il fiume, si certo, dove c’è quell’ uomo, come si chiamava, Castaldo… No, qualcosa non va, perché mai sto a pensar tanto? Una bambina ha fatto un brutto sogno, però ha fatto un sogno nel mio incubo? Si, tutto è possibile, ora se lo voglio comincerò a volare e lanciare fulmini dal culo, bel fil Brave Heart. Strano, che io ricordi non mi sono mai rimasti in mente i sogno così bene… Ma che scemo, sto dormendo, quando mi sveglierò mi dimenticherò di tutto! Quindi ogni notte passo, mo ci vuole, questo inferno? Povero me!

°Allora? Hai paura anche tu?°
“No, e tu non devi avere paura, ci sono io qui a proteggerti!”
°Quindi non mi lascerai sola?°
“Mai…”
°Grazie. Perché ti sei comportato in quel modo quando mi sono svegliata?°
Che domande sta bambina, ha ragione quella pubblicità, i bambini di oggi sono più intelligenti!
“Perché, non avrei dovuto?” Voglio proprio vedere mo che dice!
°Non lo so, tu oggi mi hai conosciuta.°
“E questo che c’ entra? Se ti voglio abbracciare non mi preoccupo da quanti giorni ti conosco!”
°E tuo figlio poi non è geloso?°
“Perché mai dovrebbe? Quando usciremo da qui te lo farò conoscere, te l’ ho già detto.”
°Ma noi non possiamo uscire, deve essere lui a venire.°
“Non dire così, noi non stiamo al’ inferno.”
°Ho sentito parlare delle persone, loro han detto che ci troviamo nel’ inferno, aspetta, ha detto qualcosa don anti…°
“Antinferno!”
°Si, esatto, che vuol dire?°
“No niente, lascia stare.” Devo andare a chiarire questa situazione, non mi importa se è solo un sogno, voglio sapere, non so per quanto starò qui e non voglio certo restare qui a piangere della malasorte si sta bambina senza far niente.
Si, ma come la mettiamo con questa bambina? Non vorrei che ascoltasse cose non tanto allegre, sarebbero la ciliegina sulla torta.

“Come erano quegli uomini'”
°Quello che parlava aveva un lenzuolo addosso.° Morire ad Halloween? Un destino ridicolo.
“Va bene. Dimmi, hai conosciuto altre persone da queste parti?”
Va cenno di si con la testa.
“E chi?”  Punta la sua minuscola mano verso una folla di gente… Certo, molto utile…
“Chi di preciso?”
°Quella donna.° Ma è pieno di donne!
“Quale di preciso?”
°Quella con i pantaloni blu e la maglia viola.°
“Quella bionda in jeans e con la camicia viola?”
°Si, ho detto lei.°
“E come ti è sembrata?”
°E’ buona.°
“E chi preferisci fra me e lei?” Mi sento un bambino a fare certe domande!
Certo, molto espressivo il suo silenzio!
“Ti ha trattato bene?” Il su e giù della sua testa dice tutto.
“Ti dispiacerebbe stare un po’ con lei?”
°Perché?”
“Avrei da fare alcune cosucce.”
°Cosa?° Curiosa, ehh?
“Devo parlare con quel’ uomo perché non deve più dire bugie.”
°E se non ha detto bugie?°
“Mi dovrà convincere, ti pare?”
°Si, penso di si.°
“Come si chiama quella donna?”
°Silvia.°
“Bene…”

Mi avvicino. Come la devo chiamare? Signora o signorina? Meglio signorina, è sempre più gentile.
“Mi scusi, signorina…” Eccola che si gira,è bellissima, mi ricorda mia moglie…

Nel sogno sei autore e non sai come finirà. (Cesare Pavese)
Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni. (William Shakespeare)
Tutto ciò che vediamo o sembriamo non è altro che un sogno in un sogno. (Edgar Allan Poe)
Un sogno non interpretato è come una lettera non letta. (Talmud)
Il sogno è l’infinita ombra del Vero. (Giovanni Pascoli)

SEDNA

13
Dic
08

storia: capitolo 9

Introduzione Capitolo 1 Capitolo 2 Capitolo 3 Capitolo 4 Capitolo 5 Capitolo 6 Capitolo 7 Capitolo 8 (leggere i capitoli precedenti prima di questo, questo è il capitolo 9 )
[…] “Allora ascolta che te la racconterò io…”

Piccolina, si è addormentata sentendomi parlare, dovrei essere lusingato o arrabbiato? Poverina, che cosa triste, eppure dentro me sento che questo, forse, non è solo un sogno e anche se lo fosse, sto sognando l’ inferno! Allora, se veramente stessi sognando l’ inferno, quella scrittura in latino che vuol dire? Non doveva stare scritto ciò che ha detto Dante? Dinnanzi a me non vi furono cose create se non etterne ed il etterno duro, qualcosa del genere, e poi lasciate ogni speranza voi che entrate… Strano. Però ora mi arrabbio, dov’ è Virgilio? Aspetta, io dovrei essere morto, o forse non sono morto, o forse si; quando sarei potuto morire? Chissà, forse non sono morto ma qualcuno mi ha mandato qui perché forse ho ucciso un uomo e così potrei incontrare la sua anima, pentirmi e chiederli scusa. No, sarebbe meglio di no, se fosse così, sta a dire che l’ ho ucciso! Si, molto meglio di no!
E’ pino di gente, dove mi trovo? In quale cerchio potrei essere andato?

Beh, di peccati ne ho tanti, egocentrico, mi sono abbandonato alla lussuria, magari anche al lusso! Non sono bravo a trattenere l’ ira, chi lo è… Mangio come un maiale, anche se la mia forma fisica è perfetta, non pompata né grassosa. Sono stato violento, iracondo; iracondo, conosco anche questa parola? Incredibile, non smetterò mai di stupirmi! Non ho mai tradito in modo grave né ingannato… Però, beh, forse ho ucciso e se così non fosse, ho fatto male ad un innocente e non ho prestato aiuto. Che bastardo che sono stato! Pure un po’ stupido a dire il vero, a che mi serve contare i miei peccati se non so quanti sono i cerchi? Non so chi vada in quale né le punizione che si riserbano e per chi! Beata ignoranza.

Se fossi veramente nel’ inferno, vuol dire che mi aspetta l’ eternità! Io ho paura del’ eternità. La mia anima dovrà stare per sempre qui? No, non può essere, non voglio, io non sono un credente, per quale motivo allora dovrei subire le torture di chi crede? E se in effetti mi sbagliassi? Se non fosse tanto male? Si, però se son morto, son morto a Natale! I miei cari troveranno il mio corpo con i regali in auto o in mano, non so quando sia morto. No, io non sono morto, me ne sarei dovuto accorgere, invece niente, ho solo varcato quella porta, che tra l’ altro ora è scomparsa! Che stupido che sono, sto qui a pensare e a pensare senza concludere niente e forse niente posso concludere. Iddio mi iuti, si certo, il Dio…

Non dubito della sua esistenza, però dubito di tutto ciò che sia stato detto affermando che fosse la sua volontà, dubito di tutti e tutto perché per primo il mondo ha dubitato di me, e forse anche Lui. Ma esiste questo Dio? La vita è un dolore atroce, quando si pronuncia la parola vita, subito si pensa al grembo materno, eppure il male di vivere è molto più forte. Questi poeti, odio studiarli ma amo leggerli o ascoltarli! Le loro poesie dicono ciò che noi già sappiamo, è come lo dicono che ci impressione, sembra che ogni poeta sia la voce della nostra anima, ogni loro parola si può ricondurre ai nostri pensieri. Bella la poesia. Ma perché penso alla poesia? Aspetta, a che stavo pensando? A si, come possono, come posso, affermare che esiste un Dio del bene? Che ci ama e ci aiuta se questa bambina è stata violentata e trafitta da un pugnale? Come possono dire che Dio esiste se questo male porta i bambini ad impugnare le armi per sparare contro altri uomini? Come posso continuare a credere che esista l’ anima, e anche se esistesse, il mondo ce la strappa e la tortura, no… E’ tutto sbagliato. Noi siamo un orribile errore di Dio. Un mio professore diceva sempre: La perfezione è frutto del’ errore che nasce da questa.

Che frase ambigua. Dio è frutto nostro oppure noi suo? Diciamo che la realtà è la prima, quindi noi uomini abbiamo creato questo mondo col solo pensiero, in effetti è possibile, solo noi siamo in grado di generare tanto dolore e disperazione. Ma se fosse vero il secondo cosa, quindi Dio non ci ama, ci lascia vivere qui, soffrire, e poi ci sbatte qui come si fa con un esperimento mal riuscito. Questo mondo è incredibile, questo inferno non sembra da meno. Se solo le persone imparassero a fare il bene, ad apprezzare ogni piccolo particolare della vita, se sola la gente non si riducesse ad uccidere per un pezzo di pane. Che ipocrita, parlo io che non sono da meglio. Predico bene e razzolo male, così ho sempre fatto, eppure è proprio perché razzolo male che predico bene, affinché gli altri non commettano i miei errori e non si dica che non vedo la trave nel mio occhio! Vedo ed approvo le cose migliori, ma seguo le peggiori. L’ ha detto qualche latino e non aveva torto, io non sono diverso!

Non dovrei credere in Dio, come tutti gli altri uomini, in terra, nelle sofferenze abbiamo la prova che lui non esiste, abbiamo la prova che è una nostra invenzione per consolarci. No, il male è troppo, Dio non esiste.
“Iddio perché hai creato tanto male?”
<Non c’è alcun bisogno di gridare, stavi per svegliare la bambina. Dio non ha creato il male!>
“Certo, e chi lo avrebbe creato? Il diavolo?”
<Il male non esiste.>
“Ecco un altro scemo! Allora come mi spieghi tutti i pianti dei bambini? Come mi spieghi le sofferenze e questo posto è di eterne disperazioni?”
<Tu credi in Dio?>
“Vorrei non crederci.”
<Quindi secondo te ci vuole male è così ha creato, appunto, il male per punirci?>
“Si.. O no, chi lo sa, lascio la risposta ai cervelloni!”
<Secondo me il male non esiste e Dio ci vuole bene, però siamo noi a nasconderci, certo, lui potrebbe illuminarci comunque, ma noi uomini siamo liberi e così lascia a noi ogni decisione. Il mondo è frutto del nostro seme.>
“Zitto tu, starai a predicare senza aver mai provato veramente il male. Io ho visto bambini morire di tumori, madri uccidersi per la disperazione e uomini folli uccidere la propria famiglia prima di ficcarsi il piombo nella testa.”
<Tu dici che io non ho visto la disperazione? Io ho visto Roma cadere!>

Cosa sta dicendo questo folle? Mi volto verso di lui, cosa mai sta dicendo? Aspetta, forse ha visto le guerre mondiali, ma non mi risulta che Roma sia caduta. Roma è caduta solo una volta, potrebbe mai essere l’ antica Roma?
<Ti domandi perché non parlo in latino?> No, a dir la verità non me lo domando… <Non so se hai notato, ma qui tutti parlano la medesima lingua!> Se Newton non avesse detto che la gravità esiste, la gravità sarebbe esistita comunque.
<A rendermi partecipe dei tuoi pensieri no, vero?>
“Non ho voglia di condividere niente. Soprattutto non il male.”
<Il male non si condivide, non esiste.>
“Ma tu chi sei? Che vuoi? Spiegami perché non esiste il male!”
<Sono qui, io Agostino, con te al’ inferno per dare consolazione alle anime disperate, per portare anche qui l’ amore di Dio. Il male non esiste, la parola male sta a dire assenza di bene, assenza di Dio e siamo noi uomini a volerci nascondere a Dio. Quindi il male lo creiamo noi uomini nascondendoci dal bene di Dio.>
“Vattene bigotto, non ho voglia di parlare!”

<Non so per quale motivo rispondi così, forse sono venuto a parlarti in un momento sbagliato. Però io sto qui da tanti secoli e ho avuto la possibilità di parlare con persone di ogni dove. Io vado se vorrai parlare dovrai semplicemente trovarmi. Ciao, a… quasi dimenticavo, quando si sveglia abbracciala e dalle un bacio, le si legge in viso che ha bisogno di affetto>
Sant’ Agostino? Forse ho sbagliato a farlo andare via, ma ora proprio non ho voglia. Resterò qui a pensare fissando questo cielo di fuoco fino a quando lei non si sveglierà…

Andate a Dachau e ad Auschwitz, a Sighet e alla Kolyma, presso le fosse comuni del Ruanda, di Sebreniça, di Phom Penh o del Sudan. Andate a dire ai superstiti: “L’inferno non esiste!”. Ne dubiti ancora? (Daniel Ange)
Forse questo mondo è l’inferno di un altro pianeta. (Thomas Henry Huxley)
L’inferno esiste solo per chi ne ha paura. (Fabrizio De Andrè)
Meglio regnare all’inferno che servire in paradiso. (John Milton)

SEDNA

11
Dic
08

Storia: capitolo 8

Introduzione Capitolo 1 Capitolo 2 Capitolo 3 Capitolo 4 Capitolo 5 Capitolo 6 Capitolo 7 (leggere i capitoli precedenti prima di questo, questo è il capitolo 8 )
[…] Però, il giorno in cui sono venuta qui, ho capito che non era un brutto sogno, era la realtà…°

“E come l’ hai capito?”
Stupido a me che ho fatto sta domanda, gli occhi le stanno diventando lucidi, no, aspetta, gli occhi erano già lucidi. Eppure sembra che stia per piangere!
Si sta tirando il vestito a scoprirsi il petto sinistro.
°Vedi qui?° C’è una ferita che sembra fresca e sanguina ancora. Rimango sbalordito, fermo il respiro a guardare le membra tagliate e il sangue ribollire.
“C…cosa è stato?”
°Mio padre, è stato mio padre.°
Quindi ha questa ferita da parecchio tempo, e come mai è ancora aperta? Ma soprattutto, è al petto sinistro, lì abbiamo il cuore, come fa ad essere ancora viva?
“Quando è stato?”
°Prima di venire qui.°
“Ma tu hai detto che hai vissuto con Marco e Maria e quindi, quindi è stato Marco?”
°No, il mio vero padre è stato a ferirmi e non solo lì. Ora ti racconterò, solo un secondo.°
“Si, calma le lacrime, non servono, non ora.” Ha ripreso a piangere, spero che le serva sfogarsi!

°Mio padre è andato in prigione, mia madre non lo so; sono stato affidato a Marco e Maria e sono andato a vivere con loro, vivevo bene, anche se non ricordavo ciò che avevo fatto a piccola, visto che quello era stato solo un incubo. Allora il giorno prima di venire è accaduto qualcosa di bruttissimo. Era sera e io ero in camera mia, mi stavo mettendo il pigiama per dormire, però faceva caldo e così ho aperto la finestra. Ho spento la luce e mi sono coricata, però sentivo dei rumori, pensavo fosse qualche animale, qualche pipistrello, per paura che entrassero io camera ho deciso di chiudere la finestra. Ma appena sono arrivata qualcosa mi ha afferrato da dietro e mi ha tappato la bocca. Mi ha detto: -Hei piccolina, ti ricordi di me? Sono io, sono il tuo caro papà- io non ci potevo credere, era un incubo, lui doveva essere solo un brutto sogno, così credevo che anche quello lo fosse e sono riuscita a sussurrare: ‘tu sei solo un incubo e io ora sto sognando-. -No, piccola cretina, io sono qui e tra un po’ vedrai come pagherai, si che lo vedrai. Tu non sai com’è brutta la prigione, per pagare avvocati idioti ho perso tutto ciò che avevo messo assieme in tanti anni di lavoro, in tanti anni che ti ho fatto stare al sole e al gelo a chiedere elemosina. Sono riuscito a scappare, ma lì in prigione ho mangiato uno schifo e per non parlarle di ciò che mi hanno fatto quelli più grandi di me, mi han usato come bambola per tanto tempo e ora tocca a me rifarmi un po’ con una bella femmina. E sai una cosa? Tu mi sei sempre piaciuta.- Io non capito che intendesse, mi ha detto che se gridavo avrebbe ucciso i miei genitori, io voglio bene a mamma e papà così non ho gridato. Lui mi ha alzato il pigiama e poi, e poi…°
Posso solo immaginare il suo pianto cosa voglia dire.

Per questo è sporca di sangue alle gambe e al vestito? Come avrei voluto non saperlo, è una cosa orribile, se è giusto ciò che penso.
“Dimmi…” cerco di trattenere la rabbia “…E poi ti ha fatto qualcosa tra le gambe?”
Con la testa fa cenno di sì. Figlio di puttana, bastardo indegno.
“Piccola, mi dispiace.” E la stringo a me come per dirle: ora ci sono io vicino a te, non pensarci, dimentica, ci sono io a proteggerti.
°Ma, non è finita…°
Certo, ancora non so come mai ha quella ferita…
°Mi faceva male, mi faceva tanto male.° Si è messa seduta e stringe al pecco la gambe mentre avvicino i piedi al bacino, sembra che si voglia rinchiudere su se stessa.
°Allora io ho gridato, non volevo farlo, ma ho gridato, lui ha continuato. Poi si sono sentiti dei passi venir verso di noi, doveva essere mio padre, così lui ha preso un pugnale e mi ha colpito il petto, mi ha fatto questa ferita. Poi è sceso dal letto, io sono subito scappata a nascondermi nel armadio. Quando mi ha colpito il dolore è stato tantissimo, quando stavo per entrare, prima di chiudere, ho visto che lui stava aprendo la finestra. Dopo aver chiuso la porta mi sono ritrovata qui. Non so perché, ma non so come andarmene.°

Forse sono solo coincidenze, ma lei, il bambino soldato, quell’ altro ed io siamo entrati in una parta per ritrovarci qui. Ma che cavolo di incubo sto facendo? Aaa… a pensarci mi viene il mal di testa.
“Dai, ora raccontami qualcosa di bello e smettila di piangere.”
°Raccontami tu qualcosa.°
“E che ti potrei raccontare?”
°Hai figli?°
“Si, si chiama Amleto.”
°Che nome scemo. Scusa, non volevo dirlo, quanti anni ha?° Mi vien da ridere…
“Sei, è un bambino ancora.”
°E quando usciremo da qui me lo farai conoscere?°
“Si, potrete giocare quanto volete assieme. A proposito, tu da dove vieni?”
°Puglia.°
“Puglia, va bene, allora di tanto in tanto mi farai visita.”

“Dai, coricati qui vicino a me che ti racconto una storia. Conosci la storia della painta di fagioli magica?”
°No, nessuno mi ha raccontato mai niente…°
“Allora ascolta che te la racconterò io…”

Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i bambini. (Dante)
Dio mi liberi dalla saggezza che non piange, dalla filosofia che non ride, dall’orgoglio che non s’inchina davanti a un bambino. (Kahlil Gibran da
Massime Spirituali)
Bimbo mi chiedi cos’è l’amore? Cresci e lo saprai. Bimbo mi chiedi cos’è la felicità? Rimani bimbo e lo saprai. (Proverbio cinese)
(Figli)Assumersi questa responsabilità – dare una vita che può essere una sciagura o una fortuna –, senza che l’essere che riceve la vita abbia almeno le normali probabilità di condurre un’esistenza desiderabile, è un delitto contro di lui. (John Stuart Mill)

SEDNA

07
Dic
08

Storia: Capitolo 7

Introduzione Capitolo 1 Capitolo 2 Capitolo 3 Capitolo 4 Capitolo 5 Capitolo 6 (leggere i capitoli precedenti prima di questo, questo è il capitolo 7)
[…] E con voce addolorata e spezzata dal pianto…

°Perché l’ uomo è così cattivo? Perché ha sempre bisogno di fare del male? Perché…°
Però, non avrei mai detto che già da bambini si è costretti a farsi certe domande che sarebbe meglio risparmiare per maggior età.
“Cosa c’è? Perché dici così?”
°Mi han fatto credere che era tutto un brutto sogno, un cattivo incubo, e invece, e invece…°
“E invece cosa?”

Vedo che solleva leggermente il viso dalle braccia e lascia scoperti gli occhi lucidi e gli zigomi bagnati, ho sempre odiato vedere i bambini piangere e sempre ne ho sofferto, e ora ne soffro anche più. Inspira forte e poi ingoia, prima di parlare:
°Da bambina ho vissuto in un brutto posto con persone malvagie, poi mi han fatto credere che era stato solo un brutto sogno, i miei genitori mi han mandato da un dottore. Ma poi, ma poi…°
E di nuovo il suo pianto riprende forza e rigetta il volto fra le braccia, cerca di nascondersi a me che la guardo e soffro, sto sbagliando a chiederle di raccontarmi? E’ giusto che pianga tanto? Che, da che mondo è mondo si è sempre cercato di dar conforto facendo uscire ciò che si prova e si pensa, però io odio quando son addolorato e la gente mi si accumula attorno a chiedermi e a voler sapere, sì, però io sono io, non tutti la pensano così.

“Con calma, respira, calmati, non voglio vederti piangere, se tu piangi poi piango io, già mi sta piangendo il cuore a vederti così.”
Le faccio distendere le gambe e il corpo, ci corichiamo su quel terreno che forse non è tanto comodo, per questo allungo il braccio per far anche a lei da cuscino.
E’ la prima volta che guardo in alto in questo posto e, strano a dirsi, si vede una luna che brucia, sembra consumarsi, ma mentre da un lato viene divorata, dall’ altro si rigenera e così percorre la volta. Ci son le stelle, ci son solo stelle cadenti, sono tante e sono rosse, quando due si toccano esplodono in una sola luminosa fiammata, per questo in sto luogo di tanto in tanto ci sono dei bagliori che in altre situazioni avrei pensato fossero fulmini!
Penso sia la prima volta anche per le che con occhi ben più curiosi e stupefatti di me osserva lo spettacolo che fa paura, tanta paura. Chi avrebbe mai detto che con la mia mente sarei stato in grado di concepire una cosa del genere, ho sempre letto che i sogno sono il continuo del nostro pensiero e rispecchiano ciò che noi più pensiamo nella giornata; ma io non potrei mai pensare ad una cosa del genere, strano veramente.
“Bello ehh? Spaventoso! Dai, ora raccontami tutto, dal’ inizio, voglio sapere tutto.”

°Si, è spaventoso.° Dopo aver ingoiato: °Io credevo che i miei genitori fossero Maria e Marco, mi han sempre fatto credere così, invece non è vero. Quando loro mi han preso mi hanno mandato da un dottore che mi ha convinto che tutto il mio passato fosse solo stato un brutto incubo e che i miei genitori erano Marco e Maria, invece…
Ecco, da bambina vivevo in campagna, Una casa di legno, alcune pareti erano fradice, mio padre coltivava quel po’ di terreno giusto per farci mangiare qualcosa, io e mia madre, invece, andavamo in strada a chiedere elemosina. Ogni mattino appena sorgeva il sole dovevamo camminare per un bel po’ e poi ci mettevamo ai semafori a chiedere l’ elemosina, mia madre portava un cartello con scritto: ‘O 6 figli, mio marito e morto, siamo soli ed affamati’ chiedi perché era scritto male e mia madre disse che serviva a rendersi credibile, quella del marito morto serviva per commuovere la gente. Stavamo tutto il giorno a mendicare, ogni volta che qualcuno metteva dei soldi nel bicchiere, io dovevo andare a svuotarlo in un cappelli nascosto, così vedendo che il bicchiere era vuoto, tutti si sarebbero impegnati a mettere qualcosina. Alla sera il cappello, di solito, era pieno e alcune monete le dovevo portare usando il vestito come tasca, piegandolo. Mia madre non tornava mai con me, mi ha detto che mendicava anche di notte e non voleva che io rimanevo con lei. Davo tutti i soldi a papà, lui usciva e io restavo sola in casa, a volte, quando ritornava, se non ero già andata a letto; a volte mi addormentavo in cucina, mi picchiava.

Un giorno mi ha detto che guadagnavo troppo poco e dovevo lavorare con la mamma di notte. Mia madre pianse tantissimo, non voleva che io lavorassi di notte, diceva che io non potevo farlo, che ero troppo piccola, che non era giusto far toccare e usare dei bambini in questo modo. Il giorno seguente io sarei dovuta rimanere con la madre, venne la notte e io stavo lì con mia madre, passo un uomo e disse alla mamma di salire, ma lei disse di no, disse: ‘questa notte no’ e quello se ne andrò chiamandola, non lo posso dire, è una parolaccia. Poi ne venne un altro e mia madre decise che non poteva dire di no, salì e quello disse che dovevo andare anche io. Mia madre piangendo lo supplico, diceva che non era giusto e che non dovevo salire. Alla fine sono salito, ha parcheggiato in un vicoletto e mia madre guardandomi, i suoi occhi erano tristi e lacrimava, si è spogliata, quello mi ha detto che anche io dovevo spogliami e lo stavo per fare,  anche lui lo stava per fare. Ma un uomo bussò al finestrino, era Marco; allora questo, non Marco, l’ altro ha cercato le chiavi, non le trovava, io sapevo che le aveva messe sulla poltrona vicino la sua, ma non le ha viste. Allora Marco con la pistola, si, aveva una pistola, ha spaccato il vetro, tolta la sicura ha aperto la porta dicendo: ‘Polizia, lei deve venire con me.’
Poi non ho capito più niente! Mi hanno chiesto cosa mi trattavano, mi hanno fatto tante domande, mi hanno chiesto se mi avessero usato per fare sesso, ma io non so cosa è il sesso, mi hanno chiesto se, se…°
Ecco che ritorno a piangere, allora sicuramente il sangue sul vestito non è di ferite visibili normalmente. Povera bambina.

°Però ho detto si no, quando mi han fatto capire cosa. Da allora sono andata a vivere con Marco e sua moglie, Maria. Mi han mandato da un dottere e mi han fatto credere che io ero veramente loro figlia e tutto il resto era stato solo un brutto sogno, si, un brutto sogno. Però, il giorno in cui sono venuta qui, ho capito che non era un brutto sogno, era la realtà…°

I maschi devono capire che se vanno dalle prostitute contribuiscono a schiavizzare queste ragazze e a incrementare le organizzazioni criminali. (Oreste Benzi)
[…] non c’è dubbio, una donna deve morire piuttosto di prostituire il suo onore e la sua onestà qualunque sia la tentazione. (Daniel Defoe)
Per abolire la prostituzione bisognerebbe abolire gli uomini. (Maria Teresa d’Asburgo)

SEDNA

05
Dic
08

Storia: capitolo 6

Capitolo 1 Capitolo 2 Capitolo 3 Capitolo 4 Capitolo 5 (leggere i capitoli precedenti prima di questo, questo è il capitolo 6)
[…] E tra la folla di gente si fece largo un uomo alto dalla carnagione chiara, e i lineamenti meridionali, vestiva uno smoking…

{Attenzione, voglio far notare che cercherò di usare come introduzione ai dialoghi diversi segni per ogni personaggio presente nel discorso: “” <<>> — °° || ecc…}

-Dimmi Filippo, cosa accade?-

“Filippo? Così ti chiami Filippo?”
<<No, lui mi chiama Filippo, mi ha scelto questo nome.>>
-Tu chi sei?-
“Piacere, sono nuovo di qui e stavo parlando a questo ragazzo…”
-Ho chiesto tu chi sei non che fai!-
“Presentatevi prima voi.”
-Roberto qui da quando spaccai la faccia a un bastardo!-
“Ben per voi, io non so né perché né come son giusto qui.”
-Fosse Iddio a presentarvi! E fa niente, di che stavate parlando?-
<<Parlavamo del razzismo e di dove son nato.>>
-Hai qualche problema con i neri stronzo?-
<<No, non hai capito…>>
Io con voce sicura e sfacciata: “Si, ho qualche problema quando stanno con idioti che parlano senza saper niente!”

Lui indica con la testa il fanciullo.
<<No, anche lui odia il razzismo, non fare così, non se lo merita.>>
-Bene…-
Ecco l’ idiota di turno, come in ogni fiaba che si rispetti… Come in ogni bel o brutto sogno.
“Come ti sei trovato qui?”
-E tu?-
“Io aprendo la porta di casa; nessuno ti ha detto che non si risponde con altre domande alle domande? Ora di la tua.”
-Ho preso a pugni un naziskin, ne sono arrivati altri e mi son trovato a terra, al mio risveglio sono andato a casa e son giusto qui per la porta.-
Ecco, questa è la conferma, tutti e tre entrando in delle porte, e due entrando nella porta della casa, otra devo solo senti altre testimonianze!

“Va bene, dai, vado a parlare con altri. Ciao.”
-Addio.- E intanto alza il mento a dominarmi con lo sguardo, intanto con la mano stringe a se il bimbo che a lui poggia la testa e con gli occhi e le dita mi saluta.
Mi volto, di fronte a me ci sono tantissime persone di ogni tipo, di ogni dove, di ogni colore e d’ ogni vestito! Eppure più di tutte mi ruba lo sguardo una ragazzina, forse una bambina che sta in una tunica, sembra una camicia da notte, è macchiata di sangue e lei con le spalle si fa muro.
Mi avvicino a lei, ha i capelli biondi che variano per diverse sfumature, i suoi occhi sono blu profondo, blu. Si volta verso di me e io la visso in quelle grandi pupille, sembrano lontanissime, disperse in quel mare così profondo, così strano e magnifico.

“Ciao piccolina.”
Lei spalanca gli occhi e arretra il capo.
“Piccola, perché fai così, non voglio farti del male.”
E lei con il capo fa cenno di no e pian piano ne aumenta il ritmo. Mi fa preoccupare anche a me, la paura nei suoi occhi si diffonde ai miei.
“Piccola, cosa c’è?” e le mani coprono il corpo al cuore e alle gambe mentre fa un passo verso dietro.
“Bambina, non voglio farti del male, vorrei solo sapere il tuo nome.”

°Non mi… non mi…°
“No, non ti farò del male!”
Lei si getta a terra e con le braccia porta al petto le ginocchia, io a mia volta mi siedo leggermente girato verso lei, la gamba destra è distesa, la sinistra piegata e il ginocchi è verso l’ alto, le mi sta a destra.
“Perché fai così? Come ti chiami? Quanti anni hai? E ancora, perché ti comporti così? Che ti è successo?”
°Mi…mi chiamo Si… Silvia° Sembra balbuziente
“Bel nome!” Dico sorridendo sperando di risollevarle il morale!
°Ho dodici… dodici anni e… e…° Scoppia in lacrime.
“Perché piangi? Cosa c’è che non va? Perché? Non devi piangere, hai un viso così carino, non rovinarlo così!”
Guardandomi le lacrime aumentarono.
“No, non piangere, per favore, non piangere, non devi, non c’è alcun bisogno.”
E intanto la gente si voltava.

“Cosa c’è? Dimmelo, sfogati che poi starai meglio…”
°No, non voglio.°
“E io non voglio che tu piangi!”
°Non è vero!°
“E chi lo decide questo? Io oppure tu? Io non voglio che soffri, non c’è alcun motivo per il quale dovresti soffrire!”
°Si…° Singhiozzando °Si che c’è!°
“E’ per la guerra?”
°Non c’è alcuna guerra.°
Allora non c’è nessuna guerra, e cosa è questo posto?

“E perché qui è tutto così, così morto?”
°Perché… perché il cuore degli uomini è morto!°
Come può essere che una giovane ragazza dica certe cose? Dove aver vissuto un brutto periodo e magari questo posto lo sta aggravando!
“Piccola, ma quel sangue sulla tua camicia bianca è causa del tuo pianto?”
°Si, si…°
“E che fa? Si lava senza problemi!”
°Non è così, non potrò mai lavarmi completamente!°
“Ma non è vero! Non dire sciocchezze.”
°Tu sei maligno, come tutti.°
“No, neanche questo è vero!”
°Si… si che lo è!°
“Dimmi perché piangi e perché pensi questo di me, lo devo sapere.”
°No.”
“E perché mai?”
°No… non puoi capire.°

Il suo pianto non accenna a diminuire.
“Almeno ci voglio provare!”
°Va… va bene..°
“Dai, raccontami, non penso sia così grave da dover versare tante lacrime!”
°No, ti sbagli.”

E con voce addolorata e spezzata dal pianto…

Devo studiare politica e guerra perché i miei figli possano avere la libertà di studiare matematica e filosofia. I miei figli dovrebbero studiare matematica e filosofia, geografia, storia naturale, costruzione navale, navigazione, commercio e agricoltura così da dare ai loro figli il diritto a poter studiare pittura, poesia, musica, architettura, scultura, e ceramica. (John Adams)

Mano bianca mano nera

SEDNA

03
Dic
08

Storia: capitolo 5

Capitolo 1 Capitolo 2 Capitolo 3 Capitolo 4 (leggere i capitoli precedenti prima di questo, questo è il capitolo 5)
[…] <<Dopo uno scontro sono corso a nascondermi in una cantina e poi mi sono trovato qui.>>

E così anche lui è entrato in una porta, allora  devo pensa che non sto sognando la terza guerra mondiale, eppure questo ragazzo è africano, è noto che l’ Africa è piena di risorse e gli americani sarebbero pronti a tutto pur di aver ricchezze maggiori degli altri, in particolare l’ Oriente, Voglio proprio sapere di più.

“E qui perché c’è questo inferno?”
<<Non lo so, quando sono venuto era già così.>>
“Gli Americani han gettato bombe?”
<<Cosa sono gli americani?>>
“I bianchi… Quelli che portano le armi.”
<<A loro non interessa niente, non importa se noi ci uccidiamo, tanto siamo noi.  Siamo negri.>>

Mi sento strano, per tanto tempo, per tanti secoli si è combattuto contro il razzismo, è una cosa fondamentale che ci insegnano a scuola, certo, mai non ho trovato razzismo, forse anche io lo sono un po’. Ma non di certo giudico dal colore della pelle.

<<Ci chiamano negri, sembra che esser chiamati cani sia meglio, non so noi quanto valiamo per loro, quanto contiamo, se contiamo.>>
“Che bestie…”
<<Anche voi lo pensate? Strano, dai vostri occhi sembrava di no, e credetemi, ho visto tanti occhi, ne ho uccisi anche…>>
“Non siete bestie voi ma coloro che vi trattano male, sai, anche io sono stato un po’ vittima del razzismo.”
<<Ma voi siete un bianco!>>
“Si, sai cos’è l’ Italia?”
<<No…>>
“Io abito lì, tutto somma è un bel posto, certo, non è niente di che ma poteva andarmi peggio…”
<<Come nascere da noi?>>

Mi han sempre detto che devo controllarmi quando parlo, devo almeno contare fino a tre, certo come no, intanto la figurella l’ ho già fatta, ora che dico?

“Si, hai ragione, non so come avrei fatto se mi fossi trovato al tuo posto.”
<<Non vi preoccupate, io non sono offeso, so bene che da qualche parte si vive meglio, i bianchi raccontavano delle loro case, delle loro mogli, eppure erano sempre pronti a… ad avere altre donne e uno aveva anche un altro figlio.>>
“Tutti sono buoni a parlare, però forse a loro è concesso visto che stanno tanto lontani da casa. Va beh, non di certo mi affliggerò per questo!”
<<Mi dovevate raccontare di quando erano razzisti contro di voi.>>
“Vero, già dimenticavo. Allora, io vivo in Italia, un bel paese figuriamoci e sarebbe molto più bello se solo non si odiassero tutti, e anche se è forte l’ astio persino tra vicini, è disgustoso l’ odio che il nord porta verso il sud. Forse han ragione, mangiamo dalle loro tasche, ma se non era per noi non avrebbero conosciuto cosa fosse la civiltà e la medesima cosa vale per tutto il resto del mondo…”
<<Da me quella è civiltà?>>
“Tutte le cose belle richiedono sacrifici, ma dalle vostre parti non si cerca di portare civiltà, vogliono portare unità per poi sottomettervi senza troppi problemi… Diciamo che la società di pochi e le loro ricchezze si reggono sul sacrificio di tanti. Comunque, stavo dicendo che l’ Italia è bella ma è divisa, il nord odia il sud, e al nord si annida troppo razzismo. Un giorno mi trovai a salire, fu davvero brutto, allora ero solo un ragazzo.
La mia permanenza lì è stata resa alquanto schifosa da quei bastardi, scusa se non uso mezzi termini, che pensano di essere i migliori, alteri nazisti, eppure sono italiani… Come se non fossi tutti figli di uno stesso Dio, le origini ti cambiano di poco e devo dire che quelli sono nati nella fossa dei serpenti per aver il sangue tanto avvelenato! Certo non potrà essere confrontato al tuo, o almeno non penso. Eppure quando uno del nord scende al sud è  bel accolto, si godono il mare e si rifan gli occhi sulle nostre belle donne. Ti dirò che quando sono salito tutti guardavano la mia. I fianchi larghi son proprio mediterranei e piacciono tanto agli uomini.
Eppure io mi son sposato una milanese. Strana la vita, si che è strana, ciò che odi avrai.”
<<Io odio la guerra, per questo l’ ho avuta?>>
“No, penso che nel tuo caso sia dovuto al fatto che odi ciò che hai, non puoi decidere tu della geurra.”

Ho parlato tanto e alla fine non so se questa è la terza guerra mondiale, aspetta, m’aveva detto che era già così.

“Conosci altre persone qui? O almeno una in particolare.”
<<Si, si chiama Roberto, aspetta lo chiamo.>> e gridando: <<Roberto vieni, c’è uno che ti vuole conoscere.>>

E tra la folla di gente si fece largo un uomo alto dalla carnagione chiara, e i lineamenti meridionali, vestiva uno smoking…

Dev’esserci qualcosa di sbagliato nel cervello di quelli che trovano gloriosa o eccitante la guerra. Non è nulla di glorioso, nulla di eccitante, è solo una sporca tragedia sulla quale non puoi che piangere. Piangi a quello cui negasti una sigaretta e non è tornato con la pattuglia; piangi su quello che hai rimproverato e ti s’è disintegrato davanti; piangi su lui che ha ammazzato i tuoi amici. (Oriana Fallaci)

Mano bianca mano nera

SEDNA

30
Nov
08

Storia: Capitolo 4

Capitolo 1 Capitolo 2 Capitolo 3 (leggere i capitoli precedenti prima di questo, questo è il capitolo 4)
[…] Mi alzo, e ciò che vedo è sbalorditivo…

Vedo centinaia e centinai di persone disposte a blocchi serrati con lo sguardo volto verso una zona vuota, scura, nera. Dir centinaia non è adatto, questa fila di persone continua fin oltre l’ orizzonte e di tanto in tanto ci son zone meno dense. Scendo per il dirupo, e con sorpresa non cado, i miei piedi scorrono sulla roccia. Dall’ alto non avevo notato che un limite di fuoco mi separava da quelli che avevo visto. Lo attraverso come feci con la prima fiamma incontrata, ma questa volta un po’ brucia, ma la pelle non si brucia e neanche i vestiti.

Superata questa barriera posso vedere più da vicino quella gente. Qualche passo ancora e riesco a notare le file più esterne, bambini neri in divise da militare, mi guardano con volti pieni di dolore. Son magri da far terrore, si possono ben vedere le ossa, i loro larghi occhi sono umidi come di lacrime. Alcuni mancavano d’ arti, bene o male erano scene già viste in televisione, ma quella volta mi toccarono davvero il cuore. Ma cosa vedo? Perché lo vedo? Che incubo mostruoso, certo, è un incubo.

Non ho sentito dolore quando ho provato a causarmelo, non sento dolore quando tocco il fuoco, le immagini che vedo sono allucinanti, ma perché le vedo? Bambini soldato, non mi è mai interessato più di tanto, terra bruciata, fiamme, ci deve essere un collegamento! Ma certo, è colpa del cervellone e della sua frase, questo è lo scenario immaginario della terza guerra mondiale, non c’è altra spiegazione! Queste persone vestiti di stracci, questi bambini in tute militari, questo terreno col del sangue. Se non avessi mai letto quella cosa, magari mi sarei risparmiato questo spettacolo. Ma sarebbe stato giusto risparmiarmelo?

Sarebbe stato giusto non vedere questa immagine? Chissà, se la sogno vuol dire che la penso o che comunque in un modo o nell’ altro la conosco, quindi non ignoravo questa visione. Ma perché allora mi si mostra così chiara e macabra? Forse è la mia anima che chiede d’ essere ascoltata? Oppure, chissà, sono i pianti di quei bambini che veramente ora muoiono? Ho freddo, ho tanto freddo e il fuoco attorno non mi scalda, il freddo dell’ anima non viene scaldato dal fuoco. In momenti come questi la mia amata sarebbe riuscita subito a capire cosa mi serviva, dai miei occhi, è il suo calore che mi riscalda quando son frigido, è il suo calore che mi da sollievo.

E se loro fossero nel mio stesso caso? M’ avvicino ad uno di questi, aspetta, perché mi avvicino? Non esistono, sono solo frutto della mia mente! E se fosse il contrario? In effetti questo “mondo” sembra più reale, sarei pronto a dire che questo è il vero mondo e magari l’ altro è solo frutto della mia mente di quando mi addormento, allora se mi sono svegliato, perché non ricordo niente del tempo passato in precedenza qui? Questa nuova ipotesi fa acqua da tutte le parti! Comunque sarà meglio che mi avvicini, se è un incubo deve fare il suo corso prima che io mi svegli. Però se mi sono addormentato in auto sarà qualche clacson a svegliarmi, ma se ora non faccio qualcosa, una volta svegli un po’ mi pentirò

Mi avvicino fino a quando posso per bene vedere le pupille di chi mi fissa, sono terribilmente umane, non ho mai fatto un sogno, meglio, un incubo così!

“Ciao, Hello, Salut.” Chissà che lingua parla.
<<Salve.>>
Parla italiano come me, com’è possibile? Quasi dimenticavo, è un incubo, non mi devo più far sorprendere, è solo un incubo, lo devo lasciar scorrere così come viene!
“Cosa ci fai qui?”
<<Tu sai perché sei qui?>>
“No.”
<<Non lo chieda a me, sto aspettando che la folla diminuisca, dobbiamo arrivare al fiume.>>
“Fiume? Quale fiume?”
<<C’è un fiume che dobbiamo raggiungere, poi andremo dove dobbiamo andare.>>
“Va bene, vi seguo.” Non si sa mai, magari è questo ciò che devo fare, “Da quanto tempo stai aspettando?”
<<Da troppo.>> Da troppo? Vuol dire che il mio risveglio non sarà prossimo, quindi deve accadere qualcos’ altro che mi faccia svegliare.
“Come ti chiami?”
<<Non ricordo, da quando mi han preso non mi han più chiamato per nome.>>
“Chi ti ha preso? Perché?”
<<Chi fa guerra, serviamo anche noi e io e i miei fratelli siamo stati portati via, serviamo anche noi per la guerra, e non di certo ci interpellavano con il nostro vero nome.>>
“E come sei arrivato qui?”
<<Dopo uno scontro sono corso a nascondermi in una cantina e poi mi sono trovato qui.>>

Come al tempo delle lance e delle spade, così anche oggi, nell’era dei missili, a uccidere, prima delle armi, è il cuore dell’uomo. (Papa Giovanni Paolo II)

Bambino Soldato

SEDNA

28
Nov
08

Storia: Capitolo 3

Capitolo 1 Capitolo 2 (leggere i capitoli precedenti prima di questo, questo è il capitolo 3)
[…] Apro la porta, ne esce fuori fumo, cosa non trovai quando di colpo la spalancai…

La temperatura è altissima, ho paura di un incendio, forse per questo era tutto chiuso, per non far propagandare l’ incendio, ma se non fossero arrivati i soccorsi? E’ improbabile che si pensi a chiudere le finestre e non a scappare, le finestre devono essere state chiuse precedentemente. Allora forse mio figlio e mia moglie stanno bruciando nel fuoco? Mi getto dentro senza ripensarci, se ci sono possibilità per loro non mi tirerò indietro. Si, devono stare dentro altrimenti mi avrebbero avvisati, una volta usciti, che la casa è andata in fiamme.

Quando entro non sento più caldo, il fuoco non mi brucia, con sommo stupore ci cammino attraverso. Che scherzo ben architettato, pagherà chi mi ha fatto questo bel pacco. E se fossi io? Se fosse tutto frutto della mia mente? Ho sempre sentito dire che chi uccide rischia di diventare pazzo, ma io non so se ho ucciso, che sia tutta mia immaginazione? Meglio uscire e prendere una boccata d’ aria, mi volto ma la porta è sparita! C’è solo muro ardente, roccia, non posso credere ai miei occhi. Deve essere un’ allucinazione, cerco con la mano il pomello, cerco per girarlo anche se non lo dovessi vedere, ma niente. Mi siedo vicino a dove teoricamente ci dovrebbe essere la porta. Prima o poi qualcuno verrà e mi noterà, chissà, forse mia moglie è uscita e ritornando mi noterà oppure quando scenderà in cucina per preparare la cena. Ma certo, andrò io a cercarla.

Mi alzo, è strano, sembra che sia dentro una caverna costernata di fiamme e roccia ardente! Cammino, so i passi che devo fare per andare nelle varie stanze, ecco a breve dovrei entrare nella cucina, eccomi. Vedo qualcuno o qualcosa, viene verso di me, è scuro, deve essere un ladro, cosa fare? Se solo sapessi dov’è la porta potrei chiuderla no, ormai è troppo vicino e le mie gambe sono pietrificate proprio come ogni altro muscolo del mio corpo, anche il cuore non batte più, mi è passato attraverso, quell’ ombra mi ha attraversato. Cado a terra, non so cosa mi sia accaduto, cosa sia accaduto qui in questa casa, tutto frutto della mia mente?

Metto la mano sul petto, è incredibile, sono morto, ho ancora il cuore in gola. Il cuore, non sento più battere il mio cuore, trattengo il fiato, devo fare silenzio, con la mano e con l’ orecchio cerco di sentire il cuore, niente non lo sento. Si è fermato? Senza ossigeno il mio corpo può sopravvivere solo pochi minuti, già è molto che non sono andato in coma, poi ci sarà la morte! Questo spavento mi può aver causato un così grande problema? No, è impossibile, sto pensando troppo per essere senza ossigeno, vuol dire che è tutto frutto della mia immaginazione! Cavolo, si che morrò se continuano queste sorprese. Grido il nome di mia moglie, ma niente. Cosa sta succedendo? Sento che mi scenderà una lacrima, non mi sono mai sentito così, la lacrima si sta facendo attendere, magari non mi metterò a frignare come un fringuello!

Mi alzo, sento un ronzio, sarà meglio seguirlo, chissà dove potrà condurmi! Sto camminando da tanto ormai, la mia casa dovrebbe essere finita da un bel po’ o almeno sarei dovuto sbattere a qualche muro, può mai essere che non sto camminando? Mi volto per vedere quanto ho percorso e mi trovo in faccia il muro! Cammino ancora, strano, non sto fermo, il terreno sotto di me scorre normalmente sabbia e sassi cambiano ad ogni passo e mentre cammino mi avvicino ad altri punti di riferimento, ma girandomi il muro è ancora lì! Va bene, camminerò guardando il muro, cammino ma il muro continua a starmi a pochi centimetri, questa stranissima parete rocciosa, sicuramente frutto della mia mente. Continuo a camminare, abbasso lo sguardo, le pareti si restringono alla velocità del mio passo, se sto fermo si fermano! Sembra come se la roccia mangiasse il terreno per seguirmi! Sarà meglio stare fermo.

Sto fermo da un po’ ma le pareti si sono “ribellatte”, mi stanno spingendo, non riesco a bloccarle, che cosa stupida, non sono in un film, non potrò mai fermarle! Ma cos’è questo incubo? Certo, deve essere un incubo, basterà stare calmo, forse mi sono addormentato nel traffico. Mi do un pizzicotto e non sento dolore! Avevo ragione, è solo un tragico incubo. Non mi sveglio, ormai è da tempo che le mura si restringono, o meglio, si muovono e mi stanno spingendo, i miei pantaloni, al sedere, stando seduto e venendo spinto, si sono strappati! C’è un burrone, se continueranno a spingermi ci cadrò dentro, il ronzio è più forte di prima, che venga da qui? Mi alzo, e ciò che vedo è sbalorditivo…

Quando pensi alla persona morta, con la quale hai vissuto per anni, i tuoi pensieri non devono essere rivolti soltanto al passato. Chiedi anche alla persona defunta che cosa vorrebbe dirti oggi, pregala di indirizzarti verso ciò che è veramente importante per la tua vita. (Anselm Grün)
Inferno

SEDNA




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SEDNA